SENZA IL DERTHONA NON SI PUO' STARE!

 

Qualche giorno fa è apparso su Il Fatto Quotidiano, nella sempre interessante rubrica "Io gioco pulito", un articolo a firma di Stefano Pagnozzi "TIFOSI IN RISPOSTA ALLA CRISI DEL PALLONE?" (LINK), membro del direttivo di Supporters' in Campo, la rete nazionale dei trust italiani di tifosi.

 

L'intervento contiene numerosi spunti di riflessione su cui ci pare opportuno soffermarsi, soprattutto per i legami con la situazione locale.

La crisi del mondo del pallone potrebbe essere vista, seguendo metafore ormai consuete, come uno specchio del clima di perenne instabilità che attraversa la società e l'economia, ma si intravedono degli spiragli e, come sempre accade, dalle cesure possono nascere opportunità insperate di ripresa libera dalle scorie del passato.

In particolare, citiamo, "la ricostruzione (dopo il disastro che ha portato, nel nostro ambito territoriale, alla scomparsa di tre squadre "storiche" come Derthona, Acqui e Novese nell'arco di pochi mesi, ndr) meriterebbe un approfondimento ed un dettaglio ancora maggiore ma serve per dare un quadro generico e per definire le dinamiche complessive con cui comprendere cosa abbia funzionato e cosa meno, per definire nuove strategie di intervento soprattutto per le categorie minori che, dati alla mano, rappresentano un bacino molto rilevante (60%) dove sono ampi i margini per l’intervento delle comunità locali, in concerto con le amministrazioni pubbliche e il tessuto imprenditoriale, contribuendo attraverso lo sport allo sviluppo e rilancio della piccola economia reale".

Questo punto è estremamente interessante, perché mette in evidenza un dato poco noto, ma molto significativo: il settore del calcio cosiddetto "minore" (dilettantistico e giovanile) diventa maggioritario considerando il numero totale di appassionati coinvolti, quindi costituisce una base importante per tutto il movimento; inoltre è strutturalmente più vicino alle comunità locali, di cui può costituire un traino per la costruzione di legami e progetti di rilancio non solo sportivo.

 

A Tortona ci sono le premesse per ricostruire qualcosa sotto il nome del Derthona calcio?

 

E come?

 

Prima di tutto occorre verificare un punto: la "maglia con il Leone sul petto" è ancora in grado di richiamare alla mente passioni legate a un sentire comune, tanto da costituire una componente di identità e riconoscibilità forte? La risposta, per quanto abbiamo potuto verificare questa estate (con il successo della campagna abbonamenti "al buio" LINK) e più volte in passato (ad esempio la risposta di pubblico alla Festa del Calcio del 2013 LINK o allo spareggio playout 2015 LINK) non può che essere positiva.

Anche al di fuori dell'ambito calcistico, non è un caso che il Consorzio per la Tutela dei Vini dei Colli Tortonesi abbia deciso di titolare la campagna di promozione dei vini del territorio, e del Timorasso in particolare, "Bevi Derthona" LINK e LINK

 

Derthona è Tortona, sempre di più!

 

In secondo luogo, proviamo rispondere a un'altra domanda: il territorio ha le risorse per sostenere un progetto sportivo-calcistico, considerata la crisi economica e la contemporaneità con realtà come il basket in A2 e la tappa del giro d'Italia?

Proviamo a ricavare, questa volta dalle statistiche della Banca d'Italia, qualche numero (Impieghi, depositi e sportelli, distribuzione per comune LINK): negli sportelli tortonesi degli istituti bancari sono depositati più di 814 milioni di Euro (circa 30.000 Euro per abitante, infanti compresi, dato aggiornato a fine 2015), con tendenza al rialzo (a fine 2009 i depositi erano "solo" di poco superiori a 500 milioni di Euro) e in misura maggiore rispetto al dato medio provinciale, regionale e nazionale. La crisi ha indotto ad aumentare i depositi, per paura del futuro, ma i tortonesi sono e restano, almeno patrimonialmente, ricchi, ragion per cui la "scusa" di una città in cui le risorse sono già drenate da altri progetti sportivi, non regge.

Per ora si sono mobilitati solo i tifosi, con le proprie risorse limitate, ma confortati dalla capacità di mobilitazione e organizzazione già dimostrate, e con la garanzia della licenza esclusiva del marchio.

Concludendo, se l'identità verso il vecchio Leone resiste ancora, il nocciolo della questione diventa quindi: la credibilità del progetto sportivo proposto e la sua fattibilità (in termini di strutture disponibili, possibilità di inserimento in una categoria degna, risorse investibili...).

Stiamo lavorando su questi aspetti, presto ci saranno novità; per ora Buone Feste a tutti, con la speranza che il Leone torni a ruggire, perché di una cosa siamo sicuri al 100%

 

 

SENZA IL DERTHONA NON SI PUO' STARE!

 

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