DERTHONA-NOVARA, LA STORIA DI UNA SFIDA ANTICA (1 di 3)

Domenica 9 gennaio, clima e Covid permettendo, si disputerà allo stadio Fausto Coppi la partita Derthona-Novara (QUI per la prevendita) e non sarà "solo" il big-match dell'ultima giornata del campionato di Serie D, ma una sfida dal fascino antico, tale da indurci ad un approfondito excursus dei precedenti tra le due formazioni, in tre puntate.

 

Cominciamo raccontando che dall'ultima gara dei leoni contro i blu novaresi sono passati poco più di 31 anni (dal 19/12/1990), che dagli almanacchi risulta che a Tortona si siano giocate nove partite di campionato ufficiali FIGC (4 vittorie per i bianconeri, 4 pareggi e una sola sconfitta) e che non si è mai trattato di gare banali.

 

 

Puntata 1 (di 3) - 1920-30, gli anni ruggenti del calcio piemontese

 

La prima parte della storia di Derthona-Novara è dedicata ai tempi pionieristici (anni '20 e '30), con cinque gare disputate ad altissimi livelli (serie A e B).

 

12/10/1924, Prima Divisione (Serie A), Derthona-Novara 1-1

Novara e Derthona sono state entrambe fondate nel 1908, ma il primo match ufficiale risulta essere stata disputata solo il 12 ottobre 1924. Il Derthona è stato promosso per la prima volta in massima serie (Prima Divisione) e siamo al secondo turno di campionato.

Rosa del Derthona 1924-25
Rosa del Derthona 1924-25
Carlo Gianelli
Carlo Gianelli
Ettore Reynaudi
Ettore Reynaudi

All'esordio, la domenica precedente, i Leoni hanno impattato per 1 a 1 contro una delle favorite del campionato, la Pro Vercelli, quindi i tifosi, già galvanizzati dalla cavalcata trionfale della stagione precedente, riempiono le tribune dello stadio Fornaci, speranzosissimi. Contro i blu novaresi, veterani della categoria e guidati dal nazionale azzurro Ettore Reynaudi, arriva un altro pareggio, ancora per 1 a 1.

 

La cronaca de "Il Popolo", con il linguaggio dell'epoca, parla di una partita scorbutica, in cui ha prevalso l'agonismo. Rete dei blues su azione da corner nel primo tempo (ignoto l'autore), pareggio dei Leoni con Carlo Gianelli, che trafigge il nazionale ungherese Ferenc Fehér.

 

Grande attesa per la successiva partita contro il Milan a Milano (sarà una sconfitta per 3 a 2, con grandi rimpianti da parte tortonese).

 

Il Derthona terminerà il torneo all'ultimo posto, retrocedendo in Seconda Divisione, mentre il Novara terminò al settimo posto.

https://it.wikipedia.org/wiki/Prima_Divisione_1924-1925


23/01/1927, Prima Divisione (Serie B), Derthona-Novara 2-0

La Stampa 1927
La Stampa 1927
Ferenc Feher
Ferenc Feher
Rosa del Derthona 1926-27
Rosa del Derthona 1926-27

Il Derthona disputa il suo terzo campionato nella seconda serie, alternate alle partecipazioni alla massima serie ed ormai è un nome ben conosciuto del calcio nazionale. Il Novara invece è stato appena retrocesso, ed è desideroso di tornare subito alla ribalta: a metà del girone di ritorno è primo con ampio margine, avendo perso una sola partita. Il Derthona sta facendo un onesto campionato di centro classifica, grazie ai punti accumulati nel girone di andata.

Alla quinta di ritorno, si dovrebbe giocare il 16/01 al campo delle Fornaci, ma la partita viene sospesa e rinviata (per neve, si suppone), quindi rigiocata regolarmente la domenica successiva, il 23/01/1927. Il Novara si porta al seguito anche un onorevole ma, contro ogni pronostico, sono i Leoni a trionfare per 2 a 0 grazie alla doppietta dell'ala Pietro Bonelli.

 

Nel libro celebrativo "Derthona Anno Sessanta" viene narrato un episodio quasi incredibile sulla partita: al Novara sarebbe stato assegnato un rigore, si incarica del penalty il portiere rigorista Feher, che colpisce la traversa con un tiro potente; la palla ritorna quasi a metà campo, il Derthona parte in contropiede e Bonelli segna a rete sguarnita!

https://www.calameo.com/books/003759056a2a90561ef7e - pagina 31

Alla fine del campionato, Novara promossa in Divisione Nazionale, Derthona salvo.

https://it.wikipedia.org/wiki/Prima_Divisione_1926-1927

Pietro Bonelli
Pietro Bonelli

17/05/1931, Serie B, Derthona-Novara 2-1

Il Popolo Dertonino 1931
Il Popolo Dertonino 1931

Negli anni '30 il Derthona disputa diversi campionati di serie B, ma in un calcio ormai dominato dalle squadre delle grandi città, fatica terribilmente a tenere il passo con le agguerrite rivali.

 

In quel campionato, che vedrà prevalere la Fiorentina su Atalanta e Palermo, i Leoni nel girone di andata racimolano solo 6 punti e sono ultimi, ma danno segni di ripresa nel girone di ritorno, mentre il Novara è, in quel momento, al secondo posto (finì poi ottavo).

 

Nelle file del Novara milita un grande ex, è il terzino tortonese Mario "Duccio" Rabaglio, protagonista delle stagioni trionfali in massima serie negli anni '20 con la maglia del Derthona. Il 17 maggio piove fitto e il campo delle Fornaci è pesantissimo. Nonostante un buon inizio, il Derthona subisce la rete del centrocampista novarese Pagliarini, cui replica a stretto giro il castelnovese Giuseppe Spinola (che poi andrà vestirà anche le maglie di Torino e Milan), ristabilendo la parità. Nel secondo tempo la tenacia dei Leoncelli permette di passare in vantaggio con Guglielmo Arneri e poi difendere il risultato fino alla fine. https://it.wikipedia.org/wiki/Serie_B_1930-1931

 

Derthona anni '30
Derthona anni '30
Pagliarini (Novara)
Pagliarini (Novara)

Rabaglio nel Derthona
Rabaglio nel Derthona
Rabaglio nel Novara
Rabaglio nel Novara

28/01/1934, Serie B, Derthona-Novara 1-1

Nel 1933-34 il Derthona è reduce da un campionato di Prima Divisione Regionale (terza serie) esaltante, in cui aveva vinto il proprio girone prevalendo su Savona, Alessandria B e Genoa B e si riaffacciava quindi sul grande palcoscenico della serie B. Anche questa volta però, il confronto con gli squadroni delle grandi città è improbo e la squadra è in grande difficoltà, in lotta nelle ultime posizioni con il Cagliari e il Legnano. Il Novara, invece, sta disputando un torneo di alto livello, cercando di raggiungere una delle prime tre posizioni che avrebbero garantito la disputa degli spareggi finali per la promozione in massima serie.

Luigi Cevenini
Luigi Cevenini

Al campo Fornaci, tanto per cambiare, è il fango a farla da padrone, ma le squadre si battono gagliardamente. Nel Novara milita una gloria del calcio dei pionieri, Luigi Cevenini (III), ormai trentottenne, con un passato in Milan, Inter e Juventus (un personaggio fuori dagli schemi, provate a leggere QUI). Non a caso, è lui a battere l'angolo che permette al novarese Ezio Rizzotti di portare in vantaggio i blu già all'8° minuto del primo tempo. I Leoni reagiscono, ma le offensive vengono più volte neutralizzate dalla solida difesa novarese e dal portiere Italo Zamberletti. Quando ormai il risultato sembra acquisito, un guizzo del leoncello Anversa viene fermato fallosamente in area. Giovanni Chiesa, che allenerà poi a più riprese i Leoncelli, realizza e fissa il punteggio sul pari.

https://it.wikipedia.org/wiki/Serie_B_1933-1934

Il Popolo Dertonino
Il Popolo Dertonino

Rosa del Derthona 1933-34, il secondo da sinistra è Giovannino Chiesa
Rosa del Derthona 1933-34, il secondo da sinistra è Giovannino Chiesa

02/12/1934, Serie B, Derthona-Novara 3-1

La stagione 1934-35 è l'ultima disputata dal Derthona in serie B e chiude anche la prima tranche di precedenti con il Novara.

In quel campionato i Leoni cominciarono abbastanza bene, racimolando qualche punto prezioso nelle prime giornate (battute Lucchese in casa e Pavia in trasferta). All'ottava giornata si affronta il Novara, che stava duellando con il Genova (il glorioso Genoa, come ribattezzato dal regime fascista) per la prima posizione. Curiosità: nel Novara gioca anche Paolino Piola, cugino primo di Silvio Piola. E’ una stagione particolare, che porterà alla definizione di una struttura di campionati simile all’attuale (serie A e B a girone unico), con numerose retrocessioni in serie C, destino a cui anche il Derthona non potette sottrarsi.

https://it.wikipedia.org/wiki/Serie_B_1934-1935

 

Il cronista de La Stampa, N. Magno, scrive un lungo e bellissimo articolo sulla partita, tratteggiando le caratteristiche della situazione in casa Derthona con parole così vivide, che ci conviene riportare il testo integralmente, senza aggiungere altro, se non che anche tra qualche giorno vorremmo vedere un pubblico che "trasporta con il suo incitamento come sulla cresta di un'onda".

 

Derthona-Novara 3-1

Arbitro: Pastrati, di Venezia

Derthona: Bonadeo, Nizzi e Mangino, Piccinini, Parodi e Renati, Croce, Taverna, Anversa II, Ferrari e Lodi I

Novara: Colombo, Mazzucco e Checco, Bercellino, Mornese e Manfredi, Piola, Galli, Romano, Versaldi e Rizzotti

Tortona, 3 mattino.

Lo sportivo che capita a Tortona riceve un po' la sensazione di fare un tuffo nel passato. Si respira qui aria di "provincia": ma della "provincia" di dieci anni or sono, non di quella che, nel nome della legge che uguaglia alle Società delle metropoli, ha rinunziato ormai alle sue caratteristiche più spiccate. Sono poche le compagini che custodiscono questa tradizione: nessuna nella massima serie e poche anche nella Serie B, tanto che si potrebbero contare sulle punte delle dita e forse basterebbe una mano sola per numerarle tutte.

Ma, voi direte, cos'è che distingue queste umilissime Cenerentole dal calcio nazionale? Innanzi tutto, il campo. Una Società di provincia che tenga al suo rango deve avere un campo come questo di Tortona, dove la cinta non è di solido cemento e nemmeno di mattoni, ma di tante lamiere messe a stento una accanto all'altra, così che attraverso gli spiragli ci sia chi possa godersi beatamente la partita, sovente meglio degli spettatori paganti appollaiati nella tribuna e sugli spalti traballanti.

Poi, ogni squadra di provincia ha il suo pubblico: un pubblico tutto speciale, che vive a contatto dei giocatori tutta la settimana, critica assai più di quanto non esalti l'opera dei tecnici e, nelle discussioni interminabili ai tavolini del caffè, pregusta la partita domenicale. E' forse questo il pubblico che ogni squadra bisognosa di punti si augurerebbe di trovare attorno al proprio campo: un pubblico che vive e soffre con i propri beniamini, che li circonda di una corrente di aperta simpatia e, durante il corso della partita, quando essi sono lanciati all'attacco, li trasporta con il suo incitamento come sulla cresta di un'onda.

Orbene, mette in un ambiente siffatto una squadra di giovanotti pieni di vigore, accessi di volontà, che dopo appena dieci minuti di gioco, si trovino improvvisamente in vantaggio e vi sarà facile pensare con quali prospettive si è subito presentata la contesa. I neri, infatti, hanno segnato il loro primo punto, quando la tendenza del gioco non si era ancora delineata con chiarezza. E' stato un goal malandrino per il Novara e la colpa è tutta di Colombo che, raccogliendo un passaggio di Bercellino, il quale risolveva così un'azione offensiva avversaria, si lasciava sgusciare la palla tutt'altro che insidiosa fra le gambe. Invano Manfredi si slanciava per riparare all'errore del compagno, la sfera di cuoio entrava lentamente in rete e s'arrestava mezzo metro al di là della linea fatale.

La reazione del Novara era immediata e gli azzurri, anziché lasciarsi attrarre dal tono agonistico che il Derthona tentava di mantenere all'incontro, iniziavano la loro riscossa con temi di gioco ordinato, nel quale si notava l'impronta di una tecnica tutt'altro che primitiva. Mornese, al centro, elaborava azioni di pregevole fattura che gli attaccanti sviluppavano in seguito, portandole a contatto con la difesa avversaria. Ma, dopo alcune reiterate offensive, finite tutte sui rimandi inesorabili dei terzini tortonesi, si doveva rilevare che il lavoro degli azzurri, pure costruito con intendimenti stilistici, aveva un vizio di origine, quello di convergere troppo su Romano. Tutto il gioco nasceva, si arricchiva del contributo di tre o quattro novaresi, per finire nella zona del centro-attacco. E, siccome Romano aveva sempre alle calcagna almeno un paio di avversari, non riusciva difficile ai neri controllare gli sbocchi degli attacchi azzurri. Dopo una ventina di minuti di pressione, il Novara perveniva, tuttavia, al pareggio con un'azione impostata da Mornese, il quale lanciava Piola. L'ala destra, giunta in fondo al campo, centrava la palla a mezza altezza e Versaldi, al volo, con un bel colpo di testa, la mandava in rete.

Le file tortonesi non tentennavano per questo recupero dei novaresi e, al 37' tornavano in vantaggio con una prodezza personale di Croce, il quale, spostatosi sulla sinistra, raccoglieva una rimessa di gioco di Renati e mandava la palla in porta con un tiro improvviso, senza che Colombo avesse tempo di abbozzare un tentativo di parata.

Nella ripresa, i "leoncelli" aumentavano il proprio vantaggio con un goal di Anversa, che di testa raccoglieva un passaggio di Lodi e lo deviava nell'angolo alto alla sinistra di Colombo. Su questo successo tortonese si chiudeva virtualmente la partita. Il Novara trascorreva all'attacco pressoché tutta la ripresa, ma proprio quando le sue incursioni contro la difesa dei neri pareva dovessero approdare a risultati concreti, Mornese scompariva praticamente dalla lotta e la squadra zoppicava così nella mediana, destreggiandosi senza costrutto sino al termine della gara. Il Derthona aveva, invece, ancora due o tre momenti particolarmente felici, che rinfocolavano l'entusiasmo del pubblico, spingendolo infine ad una dimostrazione di schietta cordialità verso la squadra del cuore, artefice di una vittoria significativa.


Remo Versaldi, Novara
Remo Versaldi, Novara
Rosa del Derthona 1934-35
Rosa del Derthona 1934-35


QUI La seconda parte dell'antica sfida tra DERTHONA e NOVARA


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