SANTA CROCE E IL DERTHONA

Proprio nell'anno in cui la ricorrenza di S. Croce a Tortona non potrà essere accompagnata, in tempo di pandemia, dalle consuete manifestazioni popolari (la fiera, i banchetti in centro, la tombola in Piazza Duomo, ...), prendendo spunto dai materiali storici condivisi dal Comune di Tortona, principalmente grazie all'infaticabile opera di Amilcare Fossati, troviamo ampie tracce bianconere, anzi nero-bianche, che si imprimono sul terreno della storia della città.

 

Alcune sono vere perle.

Santa Croce a Tortona 1904

 

 

Già nel 1904, quattro anni primi della data ufficiale di nascita del sodalizio calcistico dei leoncelli, in un manifesto compare la notizia di una partita organizzata dal Football Club Tortonese, iniziativa da inserirsi tra i primi tentativi di dare costanza alla passione per il calcio all'inglese.

 

 

Nel 1926, con un Derthona già reduce da due stagioni nella massima serie e in procinto di chiudere brillantemente la stagione in Seconda Divisione al secondo posto del girone Nord, in occasione di Santa Croce si organizza un curioso incontro in cui il capitano Bellolio arbitrerà una partita tra... arbitri piemontesi e arbitri liguri!

Santa Croce a Tortona 1926

 

 

In pieno sforzo bellico, nel 1941, invece compare il primo articolo di approfondimento sull'attività dell'A.C. Derthona (A.C., associazione calcio, perchè la dicitura Football Club era scomparsa per le direttive di regime di eliminare i riferimenti alla lingua inglese), da cui si riscontra un problema che ha richiamato alla memoria recenti vicissitudini. I bianconeri, con il "rettangolo" di Via Fornaci occupato per esigenze del conflitto, devono peregrinare alla ricerca di un campo da gioco, prima ospiti a Voghera, poi un impianto di fortuna in Via Castelnuovo, di cui si è persa traccia, fino a trovare la sistemazione definitiva grazie ai signori Dellepiane, sul cui terreno verrà costruita la seconda "tana" dei Leoni. Nonostante le difficoltà di bilancio, oltre che di strutture, i Leoni conquistano il diritto a giocare con onore in serie C.

Santa Croce a Tortona 1941

 

 

Facciamo poi un balzo di trenta anni esatti, e nel 1971 il Derthona sta vivendo un ottimo momento, essendo ritornato in serie C nazionale da un paio di stagioni. Un appassionato Ettore Piraccini, tra gli autori del volume celebrativo dei sessanti anni di Derthona, consultabile nella BDD Biblioteca Digitale Derthona, verga parole di sincera commozione per la passione, descritta come un'inestinguibile storia d'amore, tra Tortona e la sua squadra di calcio.

 

Perchè "il Derthona è nostro, fa parte di noi, è qualcosa che abbiamo dentro, appunto perchè siamo tortonesi".

 

Se avete un momento, provate a leggere, sono parole senza tempo.

Santa Croce a Tortona 1971

 

 

L'ultima testimonianza in ordine di tempo, di grande effetto, risale al 1977. I leoni sono nelle zona di alta classifica di serie D e in procinto di approdare in serie C2 con la riforma dei campionati che partirà dal 1978-79. La formazione ritratta è di ottimo livello, si riconoscono tra i giocatori i futuri allenatori e dirigenti come Antonio Simoniello, Franco Delladonna e Giacomo Bonacina, il bomber Russo, lo zazzeruto portiere Bidese, il giovane vice-presidente Carlo Borasi, ecc...

Santa Croce a Tortona 1977

 

 

Le soprese, in crescendo, arrivano poi dando uno sguardo alla rassegna delle squadre giovanili dei bianconeri, zeppe di personaggi che faranno la storia del Derthona, in modi diversi. Nella squadra Beretti spiccano i nomi di Renzo Semino, che passerà presto in prima squadra e ora artefice delle maglie di HSL Derthona, di Fabrizio Manfredi, una vita dedicata al calcio giovanile, Fabrizio Bobbiesi e Roberto Sozzè, futuri protagonisti in difesa e centrocampo nei ruggenti anni '80 dei leoni.

 

Nella squadra Allievi gioca invece Maurizio Pertusi, centrocampista d'attacco che crescerà costantemente con la maglia dei Leoni, fino ad approdare al Piacenza e poi al Pavia. E arriviamo infine ai più piccoli, gli Esordienti, tra cui troviamo i fratelli Stefano e Romano Mutti, il figlio del grande Carlo Cosola, Giancarlo, il grande tifoso Mauro Lorenzon, con un sorriso smagliante e si intuisce lo sguardo furbo di un fiero Enrico Cucchi, che sembra già presagire la splendida carriera da campione, stroncata sul più bello.

Santa Croce a Tortona 1977
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