LA STORIA DEL DEBITO DEL DERTHONA (AGGIORNAMENTO)

UN TENTATIVO DI ANALISI DEI DATI A DISPOSIZIONE

 

Attingendo dalle fonti disponibili, abbiamo provato a impostare un'analisi che, immaginiamo, molti tifosi aspettassero da tempo: quando e perché il debito del Derthona è divenuto così pesante da diventare difficilmente sostenibile da chiunque abbia intenzione di fare calcio.

 

Premettiamo che si tratta di un racconto "monco", perché mancano i dati di bilancio delle ultime tre stagioni, ma abbiamo raccolto e sistematizzato una mole sufficiente di dati per permettere a tutti coloro abbiano buona volontà e curiosità, di farsi un'idea piuttosto precisa di come si siano evoluti i fenomeni contabili e societari negli ultimi 14 anni.

 

Dopo aver ottenuto le visure sui bilanci presentati dal club dal 2004 al 2012 con visure dalla Camera di Commercio di Alessandria, e averne ricavato le cifre fondamentali delle voci di bilancio patrimoniale e conto economico, al fine di verificare in particolare l'andamento e la composizione del debito, abbiamo utilizzato la visura di fascicolo storico per segnare i corretti passaggi di quote societarie (e relative responsabilità gestionali) ed infine sono stati utilizzati gli ultimi documenti messi a disposizione dalla società per ricostruire il peso delle varie "ere gestionali" nella costituzione dell'attuale voce di bilancio più pesante, il debito tributario.

 

Vediamo ora nel dettaglio tutte le stagioni prese in esame, in una veloce rassegna storica, considerando congiuntamente risultati sportivi ed evidenze di bilancio, che potete seguire anche attraverso i grafici e i dati (il dettaglio è scaricabile QUI).

 

Nell’estate del 2003 Icardi e Valsorda rilevano la maggioranza delle quote del club di Via Montello.

2003-04 Anno in cui veste la casacca bianconera Murgita, lo sforzo per cercare di vincere il campionato di Eccellenza "costa" in bilancio il mantenimento di un debito di circa 500.000 €, diviso tra bancario e tributario come voci prevalenti.

 

2004-05 Il debito sale ancora, ma buona parte di questo aumento è costituito da "prestiti" dei soci per coprire la perdita di esercizio. Neanche Semino in panchina riesce a vincere il maledetto campionato di Eccellenza regionale, è terzo posto e sconfitta bruciante ai playoff.

 

2005-06 Anno di transizione, privo di soddisfazioni sportive (la colonia argentina non si rivela efficace), ma inizia un vigoroso risanamento dei conti. La stagione viene a costare molto meno (circa la metà) delle precedenti e il debito si riduce a un terzo (da più di 900.000 a 300.000).

 

 

2006-07 E' la stagione del tanto sospirato ritorno in serie D. Grazie a finanziatori esterni (Rossi) e al miglioramento dei ricavi, il debito rimane costante, nonostante lo sforzo economico compiuto. In estate la famiglia Icardi cede le quote a un imprenditore tortonese, Gianluca Barabino.

 

Il primo anno in serie D, 2007-08, presenta valori economici assolutamente non confrontabili con i precedenti e successivi, sia dal punto di vista dei ricavi (l'effetto entusiasmo di tifosi e sponsor), che superano il milione di euro, sia da quello dei costi (di poco superiori). Il debito torna a salire, ma con una struttura, anche in questo, inedita: emerge una cifra abnorme di debiti verso fornitori (900.000 Euro, probabilmente anche da gestioni passate), mentre le altre voci sono quasi tutte azzerate.

 

 

La stagione successiva 2008-09, ricca di soddisfazioni sportive (un campione come Lulù Oliveira si esibisce al Coppi), vede riemergere il debito tributario (300.000 euro) e un debito bancario della stessa dimensione, mentre il debito verso fornitori ritorna a livelli di controllo. Lo sbilanciamento tra valori e costi di produzione rimane alto. A questo punto si delinea il "patatrac" gestionale: Barabino e i suoi soci cedono nell'estate 2009 le quote al dentista astigiano Massano, il quale dopo una campagna acquisti dignitosa e un pre-campionato "faraonico" all'Hotel Diamante, molla tutta la baracca al valenzano Memhet Hysa. Non arrivano i rimborsi ai giocatori, quindi fuggi fuggi generale, situazione sportivamente allo sbando, fino all'acquisizione delle quote, a dicembre 2009 di Teducci (formalmente), ma come finanziatore interviene Flavio Tonetto. La stagione sportiva è ormai compromessa, il penultimo posto è inevitabile, ma i conti rimangono stabili (seppur sempre allarmanti come dimensione).

 

Nel 2010-11 il Derthona, riammesso in serie D per completamento organici, si salva sul campo l'ultima giornata di campionato. Il bilancio presenta finalmente un'inversione di tendenza nei debiti, e il conto economico risulta bilanciato.

 

 

Il 2011-12 dovrebbe essere l'anno del grande rilancio, vengono ingaggiati giocatori del calibro di Marrazzo e Zirilli. Dopo un girone da protagonisti, c'è un calo vistoso e alla fine ci si assiste a un deludente 8° posto. Contabilmente l'annata è disastrosa: i costi triplicano i ricavi, emerge un forte debito tributario pregresso.

 

Da questo momento, non abbiamo più notizie certe, mancando i dati di bilancio approvato e depositato in Camera di Commercio. Disponiamo però di un resoconto della situazione debitoria consegnato da Sonzogni alla stampa e ai tifosi nel dicembre 2015, riferito alla situazione al 30/06/2014 e del documento di accettazione di rateizzazione di pagamenti per tributi erariali non pagati, pubblicato sul sito ufficiale del Derthona il 22/11/2015. Grazie a questi due documenti, e al fascicolo storico di visura della società dal Registro Imprese, abbiamo provato ad assegnare alle diverse "ere gestionali" susseguitesi alla guida del Derthona (applicando alcune stime qualora il dato di dettaglio non fosse stato disponibile) il debito aggiornato alle date più recenti disponibili.

 

Ne emerge che l'attuale situazione debitoria, in special modo nei confronti dell’erario, abnorme e prevedibilissima considerati gli sbilanci nei conti economici del passato (pur non considerando il debito in “contestazione” presso il tribunale tributario) ha un’origine che risale a diversi anni fa.

 

 

Per almeno 14 anni il Derthona ha sistematicamente evitato di versare, interamente o in parte, IVA e altri tributi dovuti, e i versamenti nei confronti del riscossore sono stati garantiti solo all’ultimo momento utile, ovvero a seguito di rateizzazione del debito, a questo punto comprensivo di quota interessi, aggio e sanzioni. Una situazione insostenibile nel lungo periodo, con un criterio di continuo rimando delle scadenze e di differimento dei pagamenti, ma che ha origine, da una parte, in una serie di squilibri economici (la somma delle differenze tra costi e ricavi supera il milione di Euro per gli anni analizzati), che puntualmente si sono ripercossi in un monte debitorio crescente, e d’altro canto dal sommarsi di richieste di esazione da tributi non versati anche da quasi venti anni.

 

Chi si è assunto, nel corso degli anni, la responsabilità (e l’onere) di gestire il Derthona, pur cosciente, si suppone, della situazione, non ha saputo, potuto o voluto invertire questa corsa al baratro, cominciata pesantemente durante l’era “Valsorda-Quattrone”. Il punto di svolta, almeno negli ultimi anni, è stato, secondo quanto emerge dai dati, la gestione Barabino: ha ricevuto una società gravata da un debito sostenibile, con l’entusiasmo della serie D appena conquistata, ma ha lasciato dopo soli due anni, con una situazione già in buona parte compromessa, a soggetti non tortonesi, che hanno completato l’opera (in allegato il dettaglio dell’analisi, con le specifiche delle stime e ipotesi del caso).

 


Se qualcuno degli interessati ha dati diversi e di maggior dettaglio, saremo pronti a integrare e aggiornare.


AGGIORNAMENTO DEL 1 OTTOBRE 2016

 

Riceviamo e pubblichiamo una serie di precisazioni da parte dell'Ing. Giovanni Icardi sulle gestioni di competenza, che volentieri pubblichiamo.

 

Per la stagione 2003-2004, non è esatto dire che il debito era stato generato dai costi che aumentavano a causa di investimenti su giocatori ed altro per arrivare alla SERIE D. Il debito di circa 500.000 euro fu ereditato dalla gestione Quattrone-Valsorda. La situazione costi-ricavi riguardanti la ns. gestione era, se pur non ottimale come avremmo voluto, almeno ancora accettabile. Tutti i costi erano sostenuti da Andrea Icardi.

 

Il mio obiettivo, pur in una situazione disastrosa come appariva, fu subito quello di riuscire a portare il bilancio in pareggio prima possibile. Quell’anno ci sfuggì la Serie D per un soffio, senza il grave incidente occorso al ns miglior giocatore, Murgita, ci saremmo riusciti.

 

Per la stagione 2004/2005, il debito sale a 904.000 euro. Si scoprono debiti con le Banche di oltre 180.000 euro ed altri debiti con l’erario di 297.000 euro. Questo debito, ereditato dalle precedenti gestioni, provocava una perdita in bilancio di oltre 500.000 euro. Si richiedeva quindi un intervento straordinario per evitare Il fallimento. Prendemmo quindi la decisione di coprire le perdite per riportarle a livelli consentiti. In una assemblea straordinaria, svoltasi il 29/04/2005, Andrea Icardi prese a proprio carico la riduzione delle perdite, mentre i vecchi soci rinunciarono ad essere presenti.

Furono adottati i seguenti provvedimenti:

  • azzeramento del capitale sociale, che era a quel tempo di 100.980 euro;
  • utilizzo versamento soci in conto capitali di circa 80.000 euro;
  • rinuncia versamento infruttifero socio Andrea Icardi, 265.000 euro per un totale di circa 448.000 euro.

Inoltre si procedeva all’aumento del Capitale sociale da 0 a 30.000 euro con versamento infruttifero Andrea Icardi che acquistava l’intera proprieta’. Con questa operazione si salvò il Derthona.

 

Per la stagione 2005/2006, appariva un debito ridotto a 335.000 euro (in gran parte ereditato). Ci fu un versamento ulteriore di Andrea Icardi, in conto capitale, di 80.000 euro per le necessità correnti, e una sponsorizzazione Fluidel (la nostra Società) di 75.000 euro.

 

Per la stagione 2006/2007 (ultima nostra stagione), il debito era di 374.000 euro, mentre il debito con Andrea Icardi si era ridotto a 50.000 euro e e non venne mai restituito. Nella stagione in cui conquistammo la serie D fummo molto aiutati da Rossi, mentre non mi risultano apporti da parte di Barabino. Il bilancio si chiudeva finalmente quasi in parità.

 

Dopo la cessione, non ho più seguito l’evolversi finanziario della Società.

Fu un peccato venire alla decisione di cedere, che prendemmo molto a malincuore per l’uscita di Rossi, altrimenti le cose potevano prendere ben altra piega. Noi ci accingevamo ad affrontare in modo serio la riduzione ulteriore del debito, che principalmente, a quel punto, era con l’Erario. Noi avevamo quasi azzerato i debiti con i fornitori, non avevamo più debiti con le banche, avevamo un settore giovanile fiorente.

 

Non si riesce a capire, nella gestione successiva, 2007/2008, l’impennata dei costi per debiti verso fornitori, come appare dal Vs. esame. Né conosco quanto è successo nelle gestioni successive, condotte da Tonetto e da Sonzogni, che peraltro mi è sembrato abbiano anch’essi dato molto per la Società.

 

Devo comunque complimentarmi con tutti voi ora, che state facendo il possibile per un salvataggio in extremis. Mi dispiace che per varie situazioni non mi sarà possibile contribuire come invece avrei voluto.

 

Complimenti anche per il rapporto che siete riusciti a mettere insieme malgrado tante vicende nebulose. Quelle che ora ho fatto sono semplici precisazioni che ritengo utili per un quadro più aderente alla realtà.

 

Sempre con Voi, cordialmente Giovanni Icardi"

 


Se qualcuno degli interessati ha dati diversi e di maggior dettaglio, saremo pronti a integrare e aggiornare.


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