COME NACQUE L'INNO DEL DERTHONA

 

 

 

 

 

TRATTO DAL NUMERO UNICO

 

DEL 1968

 

"DERTHONA ANNO SESSANTA"

La passione per il gioco del calcio e l'attaccamento della città per il "suo" Derthona sono tuttora meravigliosi, ma quelli che nel primo dopoguerra erano stati l'affetto, l'esaltazione, il tormento dei tortonesi per la rinata cittadina ha del favoloso.

 

La squadra sbocciata come un prodigio, formata quasi per intero da giovani tortonesi che avevano da poco smesso il glorioso grigioverde per l'amata maglia bianconera, aveva in un lampo superato il girone di "promozione" ed era entrato a vele spiegate ad affiancarsi a Juventus, Milan, Genoa, Pro Vercelli, Bologna, Padova...

Quel volo così imprevisto e formidabile aveva fatto impazzire l'intera città: giovani e vecchi, competenti e ignari del gioco, uomini e donne.

 

Fu appunto in quel clima di incontenibile entusiasmo, che nacque l'inno del Derthona, sorto come per generazione spontanea, sbocciato come un fiore. Le parole le scrisse, con la facilità che gli era solita, il più delicato dei nostri poeti dialettali e "tifoso" a suo modo "Lice" (Felice Anfossi), per l'interesse che portava per tutto ciò che poteva far onore alla città.

 

L'idea gli venne data dagli amici del piccolo bar che allora esisteva in via Emilia accanto al negozio di tessuti Cervetti. Parliamo di Borgarelli (Eugenio), di Panizza, Balbo, i fratelli Lugano...

In quei pochi versi "Lice" infuse i sentimenti più puri che devono animare lo sport. Innanzitutto preparazione e coraggio: "Sensa scart, senza gamb mol", cavalleria verso gli avversari: "U g'ha no ra buca amara, se par cas u perda un gol", orgoglio di difendere la propria maglia simbolo della città: "In tra maia dra divisa u gh'è u stema cou leou, ca sia bona o ca sia lisa, quand c'ass porta u s'è campiou".

Nella seconda strofa esalta lo stoicismo: "Se par cas un derthunei in t'un crep us ronta un sneug, us la rida du distei e dar bend par quatà i beug" e fa capire che nello sport, come nella vita, chi l'ha dura la vince: "In tra porta du Derthona ar balou u dev no passà, ar purtnè u fa la guardia bona, e ra squadra ag da dar psà", (calcio, pedate), ma certo i calci non li dà al portiere, ma alla palla, che viene rabbiosamente respinta. Nel ritornello esalta l'attacco, perché a conclusione dell'azione vittoriosa il pubblico esulta e urla: "Gol", inneggiando così alla sua squadra.

 

Concetti puri, di facile comprensione, subito entrati nel cuore dei tortonesi. 

A rivestire i versi con la musica avrebbe dovuto essere lo stesso centrattacco Bellolio, musicista a tempo perso, il quale lasciò poi l'incarico al maestro Andrea Marchesini, direttore della banda del 43° Fanteria di stanza a Tortona, che divenne poi assai noto quando fu chiamato a capo della banda dei metropolitani di Roma. Marchesini compose una allegra marcetta e l'inno del Derthona, orecchiabile come era, divenne così popolare da essere cantato e fischiato per le strade, molto di più di quanto avviene per i grandi successi di oggi.

 

A riesumarlo e a ripresentarlo agli appassionati tortonesi, non poteva che essere l'infrenabile entusiasta Lalo Zuccaro, che ne fece incidere il disco con l'orchestra  del maestro Milanese, un ottimo tortonese, che purtroppo in questi giorni ci ha improvvisamente lasciato per sempre. 

E' sempre lo stesso inno, ma interpretato con la banda di Marchesini era più marziale, vivo, travolgente.

Ma forse eravamo noi a essere più giovani, ad avere il cuore più ardente e colmo delle più rosee speranze.

 

MARIO MOGNI

 

 

INNO DEL DERTHONA F.B.C.

 

(Musica del m.o. Marchesini - Parole del poeta Lice)

 

 

U Derthona u va a gara sensa scart senza gamb mol

U g'ha no ra buca amara se par cas u perda un gol

In tra maia dra divisa u gh'è u stema cou leou

Ca sia bona o ca sia lisa, quand c'ass porta u s'è campiou!

E uss finisa par bragià:

"E pru Derthona hip hip hurrà"!

E uss finisa par bragià:

"Gooool!... E pru Derthona hip hip hurrà"!

 

Se par cas un derthunèi in t'un crep us ronta un sneug

us la rida du distèi e dar bend par quatà i beug!

In tra porta du Derthona ar balou u dev no passà,

ar purtnè u fa guardia bona e ra squadra ag da dar psà.

E uss finisa par bragià:

"E pru Derthona hip hip hurrà"!

E uss finisa par bragià:

"Gooool!... E pru Derthona hip hip hurrà"!

 

 


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