Derthona-Ladispoli? Io c'ero

Inizia oggi una nuova rubrica, che non ho nessun timore a definire "storica" : capiamoci bene, la Storia, quella vera, lasciamola ai cantori e ai pennivendoli, qui si scriverà delle VOSTRE storie, delle VOSTRE emozioni, di come certe ferite rimangano sempre aperte, di come certe vittorie rimangano indimenticabili.

Fuoco alle polveri con la rubrica "IO C'ERO" : si parte col nostro e vostro amico Baffo.

 

7 Maggio 2003

Siamo in finale di Coppa Italia Nazionale di Eccellenza. Dove giochiamo? A Pontassieve. Pontacchè..? Pontassieve, credo vicino a Firenze. Vabbè, andiamo. La partita è Ladispoli-Derthona, ci si gioca la Coppa Italia e in più chi vince è anche promosso in serie D di diritto, tanta roba. L'entusiasmo è tanto, ma è un mercoledì pomeriggio e bisogna prendere ferie da lavoro per andare, non tutti possono. Arriviamo allo stadio, stadio... c'è solo una piccola tribuna coperta per tutti. E i tifosi del Ladispoli? Boh, non ci sono. noi cominciamo ad incitare i giocatori che si riscaldano. Si sentano dei tamburi nel parcheggio, sono arrivati gli ultras del Ladispoli, non sono molti, ma sono organizzati. Qualcuno di noi tenta di urlargli contro, ma si decide di non considerarli, facciamo solo il tifo per i nostri ragazzi. E' una di quelle partite che fa tremare le gambe, la tensione in campo si vede, è palpabile e anche in tribuna siamo tesi.

 

Ci si gioca tanto, nessuno di noi è abituato a partite del genere, è una sensazione nuova per tutti, squadra, tifosi, società. Sai che non puoi perdere oggi, non devi perdere, non avrai una seconda possibilità.

 

In campo si sta mettendo bene per noi, il Derthona prende l'iniziativa del gioco, gli altri subiscono. Noi sugli spalti gridiamo come matti, siamo tanti, siamo forti. I ragazzi attaccano, palo, rigore... no, incredibile, l'arbitro non lo fischia, come ha fatto a non vedere? Lo hanno visto tutti che il difensore del Ladispoli ha stoppato il tiro con la mano. Vabbè, continuiamo ad attaccare, prima o poi il gol lo facciamo. Nooo... non ci credo, hanno segnato loro. Aliotta rinvia con i piedi un retropassaggio, sbatte sulla schiena di Scabbiolo che si sta allontanando, la palla rotola piano verso la porta, arriva l'attaccante del Ladispoli e la butta dentro. Non è possibile.

 

Il Derthona continua ad attaccare, manca poco, i ragazzi in campo sono sfiniti, noi stiamo in silenzio. E' finita. Abbiamo perso. Questa sembrava una di quelle partite che nove volte su dieci la vinci, ma il destino quel giorno ha deciso che quella era proprio l'unica volta in cui l'avresti persa. Guardo i tifosi e i giocatori del Ladispoli che festeggiano... mi sale una rabbia. Vado verso la rete di recinzione, mi avvicino ad un giocatore e gli urlo che non si sono meritati la vittoria. Lui mi guarda con lo sguardo arrogante di chi ha vinto, e mi dice: "Cazzo vuoi?". Vorrei saltare in campo e mangiarmelo, ma guardo i suoi tifosi che festeggiano, mi giro e me ne vado.

 

Abbiamo perso la finale, saremmo potuti essere i campioni d'Italia, invece NOI SIAMO IL DERTHONA.

 

 

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